La gravidanza aspetti psicologici - Martina Benifei

Diventare madre, un’attesa attiva.

La gravidanza è uno dei periodi più intensi e più complessi per la vita di una donna. Lo è da molti punti di vista, ma da qualsiasi angolazione si voglia guardare, tutto ciò che ruota intorno a questa incredibile esperienza ha un effetto importante sulla sfera psicologica della donna in attesa.

Eppure, oggi, i fatidici 9 mesi, scanditi da frequenti esami e visite mediche, sono percepiti dalla donna come un’attesa passiva del bambino che verrà e perlopiù impiegati a “fare preparativi” (riordino degli spazi, liste di nascita, riorganizzazione del lavoro).

Tutto ciò è ovviamente molto importante, è un tassello imprescindibile del processo di riadattamento, che permetterà ai genitori di fare spazio e di accogliere il bambino una volta nato.

Ma quale è il vissuto che accompagna l’esperienza della gravidanza? Questa domanda, per quanto possa sembrare assurda, nel senso che l’esperienza personale è sempre soggettiva e non generalizzabile, acquisisce un senso se teniamo di conto dei risultati della ricerca clinica e sperimentale, che evidenziano come in gravidanza il mondo interno sia popolato da immagini, fantasie, emozioni e pensieri condivisi da gran parte delle donne.

L’attesa passiva sperimentata da molte donne è quindi un’illusione che nasce dalla mancanza di occasioni loro dedicate e volte a riconoscere la vivacità del mondo interno in gravidanza, dalla non disponibilità culturale ad accogliere la tempesta di emozioni che animano l’esperienza, dalla difficoltà ad esprimere ciò che accade comprendendone il valore e l’importanza.

La donna in gravidanza, mentre si destreggia tra lavoro e nausee, tra ecografie e liste di nascita, è impegnata nel dare vita ad una riorganizzazione dello spazio interno, che interessa molti, se non tutti gli aspetti del sé.

Pensiamo soltanto agli effetti del cambiamento fisico sul modo in cui ci relazioniamo e ci muoviamo nel mondo. Cambiano i
ritmi e i bisogni del corpo, cambia la percezione di sé nel relazionarsi agli altri (ad esempio con il partner, con i familiari e gli amici, ma anche con gli estranei); La donna sperimenta nuovi limiti e nuove possibilità e sviluppa una diversa percezione dei gusti, degli odori del mondo e delle sensazioni corporee.

Si delinea quello che Stern chiama assetto materno, una particolare configurazione psichica che è propria delle madri, fatta di specifiche preoccupazioni, pensieri e modalità relazionali, che non abbandoneranno mai la donna una volta diventata madre.

Tuttavia, si può dire che, mentre in gravidanza e nel post-partum l’assetto materno è in figura, col passare del tempo tenderà ad andare sullo sfondo, permettendo ad altri bisogni di emergere e di trovare soddisfazione. Col tempo, quindi, si ristabilisce l’alternanza fisiologica dei bisogni, che in terapia della Gestalt chiamiamo autoregolazione organismica, e l’assetto materno tornerà in figura solo quando necessario.

Questo processo di riadattamento interno, di ridefinizione di sé e di preparazione psichica al parto e alla nascita viene molto spesso appesantito o impoverito. Il vissuto della donna in gravidanza viene artificiosamente rappresentato come un periodo a colori pastello. Sappiamo, invece, che si tratta di un periodo complesso, mutevole anche dal punto di vista psicologico, e perlopiù caratterizzato da emozioni intese e ambivalenti.

Offrire sostegno psicologico (in un setting individuale o di gruppo) in gravidanza:

  • accompagnare le future madri, ma anche ai loro partner e la coppia, nel processo di “diventare genitori”,
    dando loro la possibilità di diventare più consapevoli e di esprimere i propri vissuti legati all’esperienza
    della gravidanza.
  • permettere alla donna di prepararsi al parto, in modo da facilitare il parto naturale;
  • sostenere la formazione del legame di attaccamento prenatale.
  • intercettare eventuali difficoltà psico-sociali già in gravidanza, in modo da prevenire l’esordio di difficoltà della relazione madre-bambino o sofferenza psicologica nel post-partum.